UGOLETTI: COLORI, IDEE E VITA RISUONERANNO A BANGKOK
Prime esecuzioni: Il maestro Scarano parla del brano del bresciano, che dirigerà sabato prossimo
Risuonano lungamente gli ultimi rintocchi di gong e campana, a concludere il nuovo concerto per clarinetto basso e orchestra del compositore bresciano Paolo Ugoletti, in prima esecuzione assoluta sabato, 12 marzo, a Bangkok, con la Thailand Philharmonic Orchestra, diretta da Alfonso Scarano; solista d’eccezione, uno dei migliori specialisti al mondo dello strumento, l’olandese Henri Bok. Colori.«Un brano pieno di colori, di idee e di vita – racconta il maestro Alfonso Scarano – con piani sonori magnificamente bilanciati, nonostante l’imponente organico – flauto in sol, corno inglese, clarinetto piccolo, controfagotto, nutrito coro di ottoni, quattro percussionisti, arpa, pianoforte, violini divisi a quattro -: una fusione compiuta di altissimo artigianato, di immaginazione potente e di intatto orecchio interno». «Il clarinetto basso è strumento tra i più affascinanti e ricchi dell’intera gamma occidentale – spiega Ugoletti -. È in grado di sfoderare una tessitura d’incredibile ampiezza, paragonabile a quella di un violoncello, una gamma dinamica e timbrica rilevante, capace di melodie liriche, con suoni profondi, vellutati, caldi, sempre agile e brillante. Uno strumento perfetto, che solo casualmente non ha riscosso, a livello concertistico, un’adeguata produzione da parte dei compositori». Cosa accade nel brano? «Il primo movimento, Jodler, si ispira al gorgheggiante melodiare alpino; il secondo è un vasto corale d’impronta bachiana, che da un possente suono iniziale di ottoni evapora progressivamente; ritmico, sonoro, ossessivo, l’elettrico e breve terzo tempo». «La vita concertistica orientale è davvero molto ricca – aggiunge Scarano, reduce da una fortunata e intensa tournée cinese -: ho diretto a Pechino, Shanghai, Yichang, Yangzhou, in sale da 2.000 spettatori. Ho appena diretto il concerto per la Principessa di Thailandia; sto realizzando alcune integrali sinfoniche, con incisioni e dirette streaming. Situazione analoga riscontro a Teplice, in Repubblica Ceca, dove lavoro con la Severoceská Filharmonie: presenteremo in luglio, a Bologna e a Forlì, l’Ottava di Bruckner. Mi rammarico perché l’Italia potrebbe vivere di arte, ma non ci crede. Abbiamo ottanta Conservatori, che ogni anno laureano più di duemila giovani (numerosi quelli bravi e capaci): fanno ventimila in dieci anni. Che futuro li attende? A loro dico: “Trovate subito la vostra strada, decidete in fretta, il mondo intero è la vostra casa”». Enrico Raggi