UDINE SUCCESSO PER MEEHAE RYO, ALFONSO SCARANO E LA SEVEROCESKA FILHARMONIE TEPLICE
Ghiottissimo appuntamento e grande afflusso di pubblico ieri sera all’Auditorioum di Pagnacco per uno degli appuntamenti clou della Stagione della Fondazione Bon. Si esibisce infatti l’orchestra Severočeská Filharmonie Teplice, già nota agli aficionados del Bon. Il programma è quello delle grandi occasioni e si apre con il poema sinfonico Die Moldau di Bedrik Smetana, che fa parte del ciclo Ma Vlast (la mia Patria) ed è la composizione senz’altro più nota del compositore Boemo. In essa si descrive il corso della Moldava, il fiume che attraversa Praga, che diviene, nella descrizione sinfonica, il simbolo stesso della Patria boema. L’esecuzione della Severočeská, grazie anche all’attenta direzione di Alfonso Scarano, è di straordinaria efficacia. Il loro Smetana è un’autentica pietra di paragone esecutiva. Il secondo brano della serata vede l’intervento della violoncellista coreana Meehae Ryo che presenta come primo brano da solista il bellissimo Kol Nidrei op.47 di Max Bruch, composizione basata su due melopee sacre ebraiche. In questa pagina la Ryo sa penetrare con grandissima musicalità la cantabilità della scrittura di Bruch. Il suo suono è splendido ed è ottimamente supportata da un’orchestra che appare profondamente in sintonia con il suo pensiero interpretativo. Dopo i commossi applausi allo splendido Kol Nidrei, è la volta delle Variazioni su un tema rococò per violoncello e orchestra op. 32 di Piotr Ilič Čaikovskij, composizione di grande virtuosismo strumentale che ci svela la passione del compositore pietroburghese per le forme musicali settecentesche. Qui Ryo ci mostra l’altra faccia del suo essere musicista: quella del virtuosismo strumentale. Questo, unita alla sua cantabilità e al suo sempre splendido suono, fanno di lei una virtuosa di livello assoluto del violoncello. I difficili passaggi di questa pagina, alternati naturalmente a quelli più cantabili com’è nello stile di Čaikovskij, sono risolti con naturalezza disarmante e supportati sempre splendidamente dall’orchestra. I grandi applausi e le ripetute chiamate al proscenio non sono però premiati da Ryo con bis. Il secondo tempo della serata vede l’esecuzione della celebre Sinfonia n.9 in mi minore op.95 “Dal Nuovo mondo”. L’esecuzione è, fin dalle prime battute dell’Adagio-Allegro molto, emozionante. L’orchestra è perfettamente bilanciata in ogni sua sezione, il suono è caldo e avvolgente, il pensiero musicale è unico per tutti e la direzione di Scarano è un valore aggiunto insostituibile, specie in passaggi di estrema delicatezza come l’inizio del Largo, con quei blocchi accordali così ben coordinati e amalgamati fra loro. Per non parlare dei soli, eseguiti dalle prime parti con una bravura e una precisione che fa di questo ensemble quella che Mahler definiva un’orchestra di solisti. Precisione ancor più evidente nello Scherzo-Molto vivace, con quei suoi suggestivi echi beethoveniani intervallati da rapsodiche invenzioni melodiche riecheggianti gli umori popolari così caratteristici di Dvoràk, che raggiungono l’apoteosi nel celebre Allegro con fuoco che chiude questo capolavoro. Alla fine, applausi deliranti del pubblico del Bon e bis con l’Ouverture de La forza del Destino di Giuseppe Verdi. @Sir Joe 57/instArt