TRENTO CON LA HAYDN PERGOLESI DIVENTA PREGHIERA

Dietro le voci, la morbidezza degli archi della Haydn concertati dalla bacchetta di Alfonso Scarano, direttore italiano il cui spirito decisamente mediterraneo, già scalpitante di cantabilità nel movimento lento della Sinfonia haydniana (la nº 26 “Lamentazione”) posta a preludio del programma, si espandeva libero nelle eleganti e raffinate volute melodiche dello Stabat Mater. Piaceva soprattutto, nel complesso dell’interpretazione proposta, l’attenzione al dualismo affettivo tra le componenti drammatiche – la stringatezza dei movimenti veloci, i ritmi puntati alla barocca – e quelle patetiche, fatte di attacchi sottili e sensibili del suono, di fraseggi delicati e spesso sommessi, restituendo così alla pagina originale una intensa teatralità emotiva nel segno della reale compassione, etimologicamente compartecipazione, estesa dagli interpreti tutti al foltissimo pubblico che riempiva interamente l’aula del Duomo trentino. Annely Zeny