UDINE MORAVIAN ORCHESTRA PER LA FONDAZIONE BON: UNA TRIONFALE APERTURA
La formazione diretta da Alfonso Scarano: Wagner e Mahler, con una standing ovation finale.
Apertura trionfale, all’auditorium di Pagnacco, della stagione firmata dalla Fondazione Luigi Bon, protagonista la Moravian Philarmonic Orchestra diretta da Alfonso Scarano (…) dunque il via sulle imperiose e magniloquenti note del Parsifal, incantesimo del Venerdì Santo. Un inizio che mette in luce l’interessantissimo suono della compagine, che esibisce, sotto l’attenta direzione di Scarano, una compattezza notevole, un bell’equilibrio fra le parti, un’intonazione eccellente e ottime prime parti per i passaggi solisti. Il Wagner che ne risulta è chiaroscurato come da partitura, morbido e sensuale. E dunque la Sinfonia n. 9 in re maggiore di Gustav Mahler. L’Andante comodo s’inizia con un misterioso tema affidato alle viole e ai violoncelli, ai quali si aggiungono via via le altri parti orchestrali, in un crescendo che si frange solo con l’avvento di altre idee musicali. Impervia pagina, dove tutta l’orchestra, soggiogata all’espressivo gesto di Scarano, mostra una precisione ritmica assoluta, un grande equilibrio sonoro e un suono che sa modularsi espressivamente, rendendo con estrema pregnanza il contrasto fra il canto degli archi e i laceranti effetti timbrici del resto dell’orchestra. L’esecuzione dei passaggi solisti, in particolare fra i fiati su cui spicca un grandissimo primo corno, realizza già in questo primo monumentale tempo quell’orchestra di solisti che era l’ideale estetico di Mahler. Il seguente Im Tempo eines gem ächlichen Ländlers. Etwas täppich und sehr derb ha un’andatura più brillante e maggiormente ispirata a ritmi popolari. Il suono dell’orchestra si fa qui più leggero e brillante e anche qui i fiati brillano per intonazione, precisione, agilità e bel suono, anche se in realtà è tutta la formazione che si dimostra affiatatissima. Il Rondò-Burleske: Allegro assai. Sehr trotzig è un brano dai toni aspri e contrastati da sonorità simili in certi momenti ad autentiche rasoiate. Anche qui l’orchestra non ha incertezza o calo di tensione e mantiene sempre un vigore e un rigore degna di ben più blasonate compagini. La sinfonia si chiude con il malinconico e dolcissimo Adagio. Sehr langsam und noch zurückhaltend. E qui lo splendido suono degli archi illumina quel senso di rassegnata malinconia che pervade questa pagina straziante, che dopo un tumultuoso sviluppo si spegne, sempre con gli archi in un rassegnato, dolcissimo diminuendo. Alla fine, un’autentica standing ovation per una esecuzione indimenticabile. Sergio Zolli